«La megera sa senz'altro che siamo qui», sussurra Everi. «Tanto vale la pena aspettare e vedere che cosa ha intenzione di fare coi nuovi arrivati.»
Sequoia annuisce con un grugnito. Chiude la porta ed estrae un pacchetto dallo zaino. Con gesti rapidi e precisi srotola il cavetto in fibra ottica. Fa sporgere un'estremità sotto l'uscio, quella dotata di una microcamera non più grande di una capocchia di spillo, e collega l'altra a un piccolo display ad alta definizione.
«Fibroscopio?», gli chiede Anna/Vern, che non ha dimenticato le sue competenze da ladro.
«Sì. Ora però sta zitto.» Sequoia accende il display, che mostra le immagini del corridoio. Ruota delicatamente il cavo, cercando di orientarlo al meglio. A un certo punto la microcamera inquadra la donna che è appena scesa dagli appartamenti del terzo piano.
Oldisia.
Jones se l'aspettava diversa, ma sa che il Male può assumere molte forme. La padrona di casa è una signora di mezza età, vestita con un elegante tailleur color cannella. Di media statura, corporatura asciutta, capelli scuri raccolti in uno chignon, occhi neri e grandi, la strega sembra più un'austera nobildonna che non un essere sovrannaturale potente e letale.
Oldisia si ferma vicino al cadavere di Perrault. Lo osserva con lo sguardo che un passante riserverebbe a degli escrementi di cane abbandonati sul marciapiedi. Poi flette le dita, come per sgranchirsele. Il corpo del mago francese si decompone a una velocità impossibile, come in certi film sui vampiri che Sequoia guardava da ragazzino. Dopo soli cinque secondi non resta che un mucchietto di polvere scura.
«Per il Buddha!», bisbiglia Chao, terrorizzato.
«Fai silenzio», lo ammonisce Sequoia, stizzito, colpendolo con un buffetto sul braccio.
«So che siete qui.» L'affermazione di Oldisia zittisce la discussione. La strega guarda il corridoio, soffermandosi per qualche istante su ciascuna porta, compresa quella dello studio di Perrault, dove si nascondono loro quattro. Nella penombra la microcamera non si vede, ma Jones deve fare appello a tutto il suo sangue freddo per non ritrarla di scatto.
«Sapevo che anche in questa realtà avrebbero mandato qualcuno per cercare di fermarmi», prosegue Oldisia. «Ci provano sempre. A dire il vero voi siete stati piuttosto in gamba. Perrault era un buon cane da guardia, non facile da eliminare. Ora, il fatto che io sia ancora qui, nonostante i molteplici tentativi di eliminarmi, la dice lunga sull'impossibilità della missione che vi hanno affidato.»
Dal lato opposto del corridoio si sentono passi e voci che si avvicinano. Gli ospiti del rituale stanno venendo incontro alla padrona di casa. Oldisia non pare preoccuparsene. «Mi piacerebbe offrirvi la possibilità di voltare le spalle ai vostri mandanti, e di unirvi a me. Se avete sentito le dicerie che mi riguardano, saprete che posso essere una brava padrona. Generosa e leale, anche se esigente. Guardate quanta libertà ho lasciato al buon Perrault...»
Sequoia scambia delle occhiate coi compagni. Se c'è un momento in cui qualcuno di loro può tradire, è proprio quello. A preoccuparlo sono soprattutto Chao, che è seduto sul pavimento a gambe incrociate, e Vern, che al momento è controllato da Anna. Ma chissà ancora per quanto può trattenerlo...
«Tuttavia», prosegue la strega. «Sento un profumino nell'aria. La buona fragranza di un'Incarnazione superiore, croccante al punto giusto.»
«Non sono io», mima Chao, senza proferire parola. Il ragazzino è assolutamente terrorizzato.
Sequoia capisce. Guarda Everi, che annuisce. L'Incarnazione percepita da Oldisia è lei. Ovviamente per il guerriero non si tratta di una sorpresa assoluta, visto che la donna ha fatto intuire più volte il suo segreto, specialmente nello scontro con Riquet. Tuttavia averne la conferma lo spiazza comunque.
«Mandare un'Incarnazione per cercare di liberarne un'altra», dice la strega. «Questa è una novità perfino per me. Apprezzo anche la sottigliezza di nasconderla in una mortale non predestinata a tale compito. Cosa le costerà tutto ciò? Morte o pazzia? Comunque sia, chi ha messo insieme la vostra squadra è stato imprudente, ma coraggioso. Di chi si tratta questa volta? Qualche potenza superiore? Già, deve essere così... altrimenti non avreste creato un gruppo di caccia così eterogeneo.»
Le voci sono sempre più vicine. Sequoia gira la telecamera e inquadra gli ospiti, fermi al lato opposto del corridoio. Il maggiordomo il livrea li precede, ma al momento è immobile a sua volta, in attesa di ordini.
«Benvenuti», li saluta Oldisia. «Prego, raggiungetemi. Stavo giusto stanando alcuni topolini che infestano la mia vecchia villa.»
Gli ospiti avanzano, cauti ma incuriositi. Guida la fila l'attrice famosa, al fianco del maggiordomo, dimostrandosi così la più intraprendente tra gli invitati. Il porporato è l'ultimo della fila, schivo e compassato.
Everi fissa Sequoia, tesa e preoccupata. Non osa parlare, ma il suo sguardo è eloquente: Che si fa ora? Qual è il piano?
Sequoia annuisce con un grugnito. Chiude la porta ed estrae un pacchetto dallo zaino. Con gesti rapidi e precisi srotola il cavetto in fibra ottica. Fa sporgere un'estremità sotto l'uscio, quella dotata di una microcamera non più grande di una capocchia di spillo, e collega l'altra a un piccolo display ad alta definizione.
«Fibroscopio?», gli chiede Anna/Vern, che non ha dimenticato le sue competenze da ladro.
«Sì. Ora però sta zitto.» Sequoia accende il display, che mostra le immagini del corridoio. Ruota delicatamente il cavo, cercando di orientarlo al meglio. A un certo punto la microcamera inquadra la donna che è appena scesa dagli appartamenti del terzo piano.
Oldisia.
Jones se l'aspettava diversa, ma sa che il Male può assumere molte forme. La padrona di casa è una signora di mezza età, vestita con un elegante tailleur color cannella. Di media statura, corporatura asciutta, capelli scuri raccolti in uno chignon, occhi neri e grandi, la strega sembra più un'austera nobildonna che non un essere sovrannaturale potente e letale.
Oldisia si ferma vicino al cadavere di Perrault. Lo osserva con lo sguardo che un passante riserverebbe a degli escrementi di cane abbandonati sul marciapiedi. Poi flette le dita, come per sgranchirsele. Il corpo del mago francese si decompone a una velocità impossibile, come in certi film sui vampiri che Sequoia guardava da ragazzino. Dopo soli cinque secondi non resta che un mucchietto di polvere scura.
«Per il Buddha!», bisbiglia Chao, terrorizzato.
«Fai silenzio», lo ammonisce Sequoia, stizzito, colpendolo con un buffetto sul braccio.
«So che siete qui.» L'affermazione di Oldisia zittisce la discussione. La strega guarda il corridoio, soffermandosi per qualche istante su ciascuna porta, compresa quella dello studio di Perrault, dove si nascondono loro quattro. Nella penombra la microcamera non si vede, ma Jones deve fare appello a tutto il suo sangue freddo per non ritrarla di scatto.
«Sapevo che anche in questa realtà avrebbero mandato qualcuno per cercare di fermarmi», prosegue Oldisia. «Ci provano sempre. A dire il vero voi siete stati piuttosto in gamba. Perrault era un buon cane da guardia, non facile da eliminare. Ora, il fatto che io sia ancora qui, nonostante i molteplici tentativi di eliminarmi, la dice lunga sull'impossibilità della missione che vi hanno affidato.»
Dal lato opposto del corridoio si sentono passi e voci che si avvicinano. Gli ospiti del rituale stanno venendo incontro alla padrona di casa. Oldisia non pare preoccuparsene. «Mi piacerebbe offrirvi la possibilità di voltare le spalle ai vostri mandanti, e di unirvi a me. Se avete sentito le dicerie che mi riguardano, saprete che posso essere una brava padrona. Generosa e leale, anche se esigente. Guardate quanta libertà ho lasciato al buon Perrault...»
Sequoia scambia delle occhiate coi compagni. Se c'è un momento in cui qualcuno di loro può tradire, è proprio quello. A preoccuparlo sono soprattutto Chao, che è seduto sul pavimento a gambe incrociate, e Vern, che al momento è controllato da Anna. Ma chissà ancora per quanto può trattenerlo...
«Tuttavia», prosegue la strega. «Sento un profumino nell'aria. La buona fragranza di un'Incarnazione superiore, croccante al punto giusto.»
«Non sono io», mima Chao, senza proferire parola. Il ragazzino è assolutamente terrorizzato.
Sequoia capisce. Guarda Everi, che annuisce. L'Incarnazione percepita da Oldisia è lei. Ovviamente per il guerriero non si tratta di una sorpresa assoluta, visto che la donna ha fatto intuire più volte il suo segreto, specialmente nello scontro con Riquet. Tuttavia averne la conferma lo spiazza comunque.
«Mandare un'Incarnazione per cercare di liberarne un'altra», dice la strega. «Questa è una novità perfino per me. Apprezzo anche la sottigliezza di nasconderla in una mortale non predestinata a tale compito. Cosa le costerà tutto ciò? Morte o pazzia? Comunque sia, chi ha messo insieme la vostra squadra è stato imprudente, ma coraggioso. Di chi si tratta questa volta? Qualche potenza superiore? Già, deve essere così... altrimenti non avreste creato un gruppo di caccia così eterogeneo.»
Le voci sono sempre più vicine. Sequoia gira la telecamera e inquadra gli ospiti, fermi al lato opposto del corridoio. Il maggiordomo il livrea li precede, ma al momento è immobile a sua volta, in attesa di ordini.
«Benvenuti», li saluta Oldisia. «Prego, raggiungetemi. Stavo giusto stanando alcuni topolini che infestano la mia vecchia villa.»
Gli ospiti avanzano, cauti ma incuriositi. Guida la fila l'attrice famosa, al fianco del maggiordomo, dimostrandosi così la più intraprendente tra gli invitati. Il porporato è l'ultimo della fila, schivo e compassato.
Everi fissa Sequoia, tesa e preoccupata. Non osa parlare, ma il suo sguardo è eloquente: Che si fa ora? Qual è il piano?
Il soldato sta esaminando le varie opzioni. Lo scopo primario della missione è salvare Laura Elpis – Incarnazione della Speranza – e portarla via da lì. Il signor Meical ha promesso che, una volta fuori da quell'edificio stregato, ci penserà lui a nasconderla da Oldisia, lasciando così trascorrere la finestra di tempo in cui è possibile effettuale il rituale di sacrificio. Fatto ciò la ragazza sarà salva e Oldisia dovrebbe lasciare questa realtà senza causare altri guai.
Il fatto è che di Laura Elpis non hanno ancora trovato traccia. A questo punto Sequoia immagina che sia prigioniera negli appartamenti della megera, al piano superiore. Una meta che al momento è lontana quanto la Luna, considerando chi li attende in corridoio.
Uno scontro diretto non ha molte speranze di concludersi a loro favore. Di certo, da strega potente quale è, Oldisia ha protetto se stessa con incantesimi e sigilli che la rendono immune a buona parte delle armi comuni. Perfino la magia di Everi, pur impressionante nel suo manifestarsi, potrebbe non bastare per impensierire la maledetta.
A sorpresa Chao si china su di lui e gli sussurra qualcosa all'orecchio. «Lascia fare a me. Voi state solo pronti a scappare.»
Sequoia strabuzza gli occhi. Vorrebbe chiedergli di più, ma anche lui ha il terrore di rompere il silenzio, sebbene sia certo che Oldisia conosca il loro nascondiglio. Alla fine si limita ad annuire. Rafforza la presa sul calcio della semiautomatica e rivolge uno sguardo a Anna/Vern e a Everi. Il soldato alza una mano, ordinando loro di prepararsi ad agire. Una sortita è l'unica speranza che hanno per togliersi da quella trappola.
Una volta fuori, venderanno cara la pelle. È un non-piano stupido e inaccettabile per il soldato Jones, ma che rappresenta almeno una speranza.
«Bene, miei cari amici», continua Oldisia, imperterrita. «Ora sistemiamo i nostri fastidiosi topolini e poi potremo procedere col programma della giornata.» La strega fa uno scatto improvviso e si lancia verso la porta, spalancandola. Si muove con la velocità di felino, a dispetto dall'aspetto da compassata e rigida aristocratica.
Con grande stupore di Sequoia, la padrona di casa ha sbagliato bersaglio, aprendo l'uscio che si trova dalla parte opposta del corridoio, vicino alla rampa di scale che scende.
Chao tocca il gigante a una spalla. «Ora, ora.»
Certo, intuisce Jones. Chao Vattelappesca, Incarnazione dell'inganno, proveniente da chissà quale dei tanti mondi del multiverso. Un trucco del genere deve essere una sciocchezza per uno come lui.
«Ora», conferma il soldato dell'Ordo. Hanno una sola possibilità per uscire dall'impasse, non possono sbagliare.
Sequoia apre la porta con violenza tale che quasi la scardina.
I quattro escono in corridoio, dove Oldisia sta ancora cercando di capire cosa ha sbagliato, facendo così una pessima figura davanti ai suoi ospiti. Tra i due gruppi non c'è più di una quindicina di metri.
Appena si riprenderà dall'effetto sorpresa, la sua reazione della strega sarà terribile.
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LA SCELTA: QUALE STRATEGIA ADOTTARE?
- Liberare Vern dal controllo di Anna e scatenarlo contro gli ospiti di Oldisia, per rallentare la strega.
- Tentare una sortita di gruppo al terzo piano, nella speranza di essere più veloci di Oldisia.
- Lasciare Everi al secondo piano, nel tentativo di ingaggiare la strega, mentre gli altri cercano Laura Elpis al terzo piano.
In questo caso i POV sono correlati alla scelta precedente: Anna/Vern nel primo caso, Sequoia nel secondo, Everi nel terzo.
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