giovedì 9 maggio 2013

Capitolo Dodici


Sequoia è il primo a varcare la soglia. Oramai è pronto e si aspetta di tutto, specialmente brutte sorprese e mostri orrendi da combattere.
Se non altro tornare a imbracciare il suo fucile d'assalto AUG 3 gli trasmette una sensazione di sicurezza e di familiarità che renderebbe orgoglioso un qualsiasi membro della NRA.
Giusto il tempo di attraversare il buio del passaggio paradimensionale e i tre sbucano in un lungo e buio corridoio dal pavimento in parquet. Rispetto ai percorsi di Mamma Oca il cambiamento è così radicale e destabilizzante da spiazzare Sequoia per qualche istante.
Lungo entrambe le pareti del corridoio ci sono ben otto porte, quattro per lato. In fondo al passaggio si scorge invece una strana finestra rotonda, quasi simile al rosone di una chiesa. Il vetro è zigrinato e lascia filtrare solo una flebile luce dall'esterno. I vecchi lampadari che pendono dal soffitto sono spenti.
Jones accende la torcia fissata sul fucile. Questa volta funziona alla perfezione, a riprova che gli effetti della decadenza alchemica dei percorsi di Mamma Oca è finita. Fa cenno alle compagne di non muoversi. Si guarda intorno. Alle sue spalle non c'è alcuna traccia del passaggio dimensionale che hanno appena attraversato. Come volevasi dimostrare. Vede invece una scala che scende ai piani bassi della villa. Laggiù tutto tace.
Davanti a sé, a destra della finestra, intravede invece una seconda rampa di scale, questa volta che sale. Il che appare poco geometrico, ma Sequoia ha smesso di porsi problemi del genere già da ore.
«Ok signorine», sussurra il soldato dell'Ordo. «Ora che si fa?»
«C'è un problema», risponde Anna. «Sento che questo corpo che ho preso in prestito sta rapidamente disfacendosi.»
«È un oggetto che appartiene ai percorsi», le spiega Everi. «Come tale subisce gli effetti opposti che aveva la decadenza alchemica sul nostro equipaggiamento.» Detto ciò la Kendal appoggia una mano sul golem vegetale e pronuncia una formula per qualche istante. «Ho legato le materia che compone il costrutto, ma è soltanto una soluzione temporanea. Presto rimarrai priva di un ricettacolo in cui abitare.»
Sequoia è sorpreso dalla maturazione di Everi. Dal momento in cui hanno messo piede nei percorsi è diventata un'altra persona: più sicura di sé, autorevole, decisa. A Vern, invece, è toccata una brutta fine.
«Proseguiamo», ordina la Kendal. «Lo scontro con Perrault è inevitabile, ma ora siamo in grado di sostenerlo.»
«Speriamo», mugugna Sequoia, iniziando una lenta avanzata lungo il corridoio.

Quando sono a metà strada la porta in fondo a destra si apre con un cigolio da film horror. Jones si blocca e punta il fucile, pronto al peggio.
«Aspetta a sparare», gli bisbiglia Everi nell'orecchio.
Lui vorrebbe chiederle il perché, ma si limita ad annuire. I suoi superiori non approverebbero un comportamento così dimesso nei confronti di una strega ma, diavolo, è lui a trovarsi al centro dell'azione, non loro.
Dalla porta sbucano innanzitutto dieci piccoli gnomi cannibali, dello stesso genere di quelli che hanno già combattuto nel giardino della villa. Questi però sono in parte scoloriti, di nuda argilla, come se fossero incompleti. Tuttavia si muovono, digrignano i denti ed emettono l'orrido gne-gne che li contraddistingue.
Dietro di loro viene Perrault in persona, vestito con la medesima palandrana che indossava in occasione del primo incontro, parrucca compresa. Sottobraccio stringe il massiccio tomo che Anna ha rivelato chiamarsi il Libro Senza Lieto Fine.
Lo stregone si ferma nel corridoio, circondato dai suoi mostriciattoli, e fissa gli intrusi. Sfoggia il suo solito, odioso sorriso malevolo, ma sembra meno sfrontato che non in precedenza. «Bene bene bene... a quanto pare avete superato i miei percorsi.»
«Oh, è stata una passeggiata, pezzo d'idiota», gli risponde Sequoia. «Abbiamo portato anche un'amica. Spero non ti dispiaccia.»
Perrault si incupisce, ma poi allarga un braccio. «Anch'io ho con me un nuovo amico.» La porta dirimpetto si apre e ne esce Vern. Il ladro è a petto nudo, la spalla ancora fasciata da bende intrise di sangue rappreso. I suoi occhi brillano come laser nella penombra del corridoio. Vern sta parzialmente chino, in una postura che a Sequoia ricorda quella di un felino pronto ad attaccare.
«Ehi amico», lo chiama, «come stai?»
«Il veleno della lamia ha fatto il suo lavoro», interloquisce Perrault. «Più potente del morbo del vampirismo, più perfetto nel costruire predatori letali. E lui ora è con me, perché sa che solo io posso curarlo. Ammesso che lo voglia.»
Sequoia centra il francese nel mirino dell'AUG: «Che ne dici se ti convinco io a curarlo, magari con una bella iniezione a base di piombo, brutta faccia da culo?»
«Aspetta.» Everi gli mette una mano sulla spalla e lo affianca, rivolgendosi poi al francese. «Perrault, mi è ora evidente che il tuo ruolo in questa storia è quello dello stupido cane da guardia della vecchia Oldisia. Anche tu, in cuor tuo, ne sei consapevole.»
«Cosa vai dicendo, sgualdrina?», sbotta lo stregone, offeso.
«La vecchia è potente al punto da viaggiare tra i mondi e di intrappolare le personificazioni degli archetipi collettivi, così come sta facendo in questo universo, con la ragazza che cerchiamo. Tu invece chi sei? Un cialtrone che dà vita a dei burattini folli e perversi. Ora che il mondo da cui vieni si è liberato di te, non sei altro che un esiliato, ridotto a servire chi è infinitamente più forte di te.»
«Attenta donna, perché potrei ucciderti in modo molto doloroso», sibila Perrault.
Everi ignora la minaccia. «Ti do una sola possibilità di arrenderti e di rifugiarti in uno dei percorsi che hai creato. Ne abbiamo ripuliti parecchi, perciò dovresti trovare spazio. Sarai doppiamente esiliato, ma almeno ti concederemo di vivere.»
«Devi essere impazzita. Se credi di aver scoperto tutti i miei segreti grazie al contatto con quell'orrore ambulante di Riquet, sei destinata ad avere una brusca sorpresa.»
«Dunque rifiuti», continua la Kendal, impassibile. «Meglio così: sarà un piacere liberare il mio mondo da un mostro come te.»
«Ora basta! Schiavi, uccideteli!» Perrault solleva di nuovo il braccio libero, indicando i nemici. Gli gnomi e Vern si lanciano all'attacco.



Everi si rivolge agli amici. «Voi badate a Vern e ai mostriciattoli, io penso al francese.»
Sequoia avrebbe tante domande da farle, ma oramai il dado è tratto. È suo dovere difendere la Kendal, in modo che possa ingaggiare la sua battaglia contro Perrault.
Si accorge che Vern sta puntando alla ragazza, riconoscendo in lei la principale minaccia per il suo nuovo padrone. Sequoia sa che non gli basterà sparare allo stregone per ucciderlo, non con tutte le formule di protezione con cui si sarà preparato a quello scontro. Decide quindi di concentrarsi su Achilles.
Apre il fuoco su di lui, centrandolo con una breve raffica in pieno petto. Vern vacilla e viene sospinto indietro, tuttavia non cade. Le armi comuni hanno scarsa efficacia contro le creature fatate. Il ladro si rialza appoggiandosi al muro. La sua mano lascia una serie di lunghi graffi sulla parete, a dimostrazione della sua nuova forza sovrannaturale.
Approfittando del piccolo vantaggio ottenuto, Jones raggiunge e mette all'angolo l'ex compagno di squadra, lasciando così libera Everi, che avanza verso Perrault, pronunciando incantesimi.
Gli gnomi sciamano tra le gambe di Sequoia, che si limita ad allontanarli a calci. Dietro di lui Anna sta facendo del suo meglio per combattere i piccoli obbrobri, mulinando la sciabola a destra e a manca.
Il guerriero dell'Ordo guarda Vern faccia a faccia, puntandogli il fucile addosso, quasi a bruciapelo. «Amico, mi spiace. Vorrei che ci fosse un modo diverso per risolvere la faccenda.»
La mano destra del ladro scatta, veloce come la coda di uno scorpione. Afferra la canna dell'AUG e la torce con un movimento secco. Sogghigna: «Ehi Conan... mi sa che qui non sono io a dovermi preoccupare.»
Sequoia indietreggia di un passo ed estrae la semiautomatica. La sberla di Vern lo sferza come una frusta, molto più rapida di un normale movimento umano. Colpisce il soldato alla mano, costringendolo a mollare la presa sulla pistola. Un istante dopo Jones si trova con le dita del ladro strette al collo. È come una morsa meccanica, forte e sicura. Da così vicino nota che i denti di Vern sono ora affilati, simili quelli di un alligatore.
«Senza rancore», gli sussurra il mostro. «È che la sete è troppa.»
«Senza rancore», rantola Sequoia. Un secondo dopo mette mano al pugnale che Vern tiene infilato nella cintura dei pantaloni, lo stesso che lui gli ha donato poco prima dell'incontro con Riquet. Con l'abilità acquisita in anni di addestramento Jones se lo rigira tra le dita, quindi lo conficca nel fianco sinistro del ladro.
Vern Achilles lascia andare la sua preda e cade in ginocchio, gemendo e imprecando. A quanto pare il pugnale di Megiddo è più che sufficiente a fargli del male. Appena fa per sfilarselo dalla ferita, Sequoia lo colpisce con un calcio in faccia, sbattendolo contro la parete. Approfitta poi del vantaggio per recuperare la pistola da terra. Con un movimento rapido sostituisce il caricatore normale con un altro, custodito nella tasca laterale dei pantaloni. Questo contiene proiettili benedetti col sangue di un vero martire, merce rara e preziosa persino per l'Ordo. Punta l'arma alla fronte di Vern, ignorando uno gnomo che tenta invano di mordergli la gamba, col solo risultato di addentare il cuoio dello stivale.
«Aspetta!» L'urlo di Anna distrae Sequoia. La ragazza-golem gli arriva a fianco, dopo essersi liberata di tutti gli altri mostriciattoli.
Poco più avanti nel corridoio Everi e Perrault sono avvolti in una coltre luminosa che distorce l'immagine di entrambi, come in un miraggio dovuto dal calore. Sembrano immobili, ma Jones ne sa abbastanza di magia per comprendere che il loro scontro potrebbe essersi spostato su altri piani di realtà.
«Che vuoi?», chiede ad Anna, senza perdere di vista Vern, che potrebbe riprendersi in un attimo.
«Ora che so di essere in grado di farlo, lasciami possedere il suo corpo. Forse posso salvarlo, o almeno ritardare l'inevitabile.»
Sequoia esita, ma non può concedersi più di un solo secondo di indecisione.


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LA SCELTA


  • Volete che Sequoia conceda ad Anna il tentativo di controllare il corpo di Vern?
  • Preferite che Sequoia giustizi il ladro?
  • Oppure preferite che il prossimo capitolo si concentri con lo scontro tra Everi e Perrault?

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11 commenti:

  1. Aiuto! Troppa azione e troppe scelte difficili alla fine!
    Penso che l'apice della scontro tra Vern e Sequoia deve concludersi il prossimo capitolo... però credo che ora ci giochiamo o Vern o Anna!
    Credo che Anna dovrebbe provare a controllare Vern (al massimo Sequoia è già pronto con la pistola!)

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  2. Eccolo, sapevo che Vern sarebbe tornato come villain... anche se non me lo sarei aspettato subito al servizio di Perrault.
    Comunque capitolo molto bello e ricco d'azione. ;)
    La scelta finale non è facile, perchè la curiosità di vedere lo scontro magico è alta... tuttavia credo che ci si potrà concentrare su di esso in seguito, quindi preferisco che Anna provi a controllare Vern: confido ci sia ancora speranza per il ladro (e Sequoia è già pronto in caso contrario).

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  3. Io vi avevo detto al tempo di non lasciare Vern da solo con la lamia... Ma voi noi! Siete sempre assetati di eroismo! :D

    Ad ogni modo voto per scontro everi

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  4. Proviamo a controllare Vern. Vederlo ridotto così è un colpo al cuore

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  5. Cavoli, bel capitolo!

    Io voto per il tentativo di Anna di controllare Vern. :)

    Ciao,
    Gianluca

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  6. Ammetto la verità: con queste ultime scelte avete messo in difficoltà anche me, tuttavia mi sto divertendo molto :D

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  7. Anche la mia scelta è orientata su Vern ... mi sembra un nodo decisivo da sciogliere prima dello scontro Everi -Perrault.

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  8. Povero Vern! :( Anche io vorrei che Anna provasse a possederlo, mi piacerebbe vederlo tornare tra i buoni, in un modo o nell'altro! E anche andasse male... sarebbe divertente da leggere :)

    Questi ultimi capitoli mi stanno piacendo un sacco :D

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  9. Farei affidamento su Anna, per tentare il gesto estremo di salvare Vern

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  10. Orbene grazie a tutti di voti e complimenti :)

    Volete Anna? E sia.
    Vediamo che riesco a scrivere ;-)

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